Int’e rame de l’auriva
ciü granda,
de u sitrún ciü drüu,
u se inventa ina foura
pe u so figliö.
Tra ina magaglià
e l’autra u s’afërma in po’,
cu’ i ögli inse chele gëve areperìe
e chele nivure
che i ven da logni.
Ti veirai che ghe a
fassu,
u pensa mentra u gira
l’aiga du beà.
U secòla dui sitrui,
e mentra cara a sciura
u ciëga i ögli.
U sente cume se u fusse
int’ina foura.
A foura ciü dusse
che u puresse inventà.
Andrea
Guglielmi – Dialetto di Vallebona
PREMIO ALZANI EDITORE: “Omaggio alla
Natura” al XXXV Premio di Poesia dialettale intemelia “U Giacuré” con la
seguente motivazione:
Versi
sognanti intrecciano momenti di vita contadina di un passato non troppo lontano
e si alternano a tempi di azione e di fermo: i gesti, i suoni, i profumi creano
immagini delicate come fosse una favola, la più dolce che si potesse concepire.
Levità e senso di luce.
LA FAVOLA
Nei
rami dell’olivo
più
grande
dell’arancio
amaro più rigoglioso,
si
inventa una favola
per
suo figlio.
Tra
un colpo di tridente
e
l’altro
si
ferma un po’,
con
gli occhi su quelle
zolle
raggrinzite
e
quelle nuvole
che
vengono da lontano.
Vedrai
che ce la faccio,
pensa
mentre gira
l’acqua
del beodo.
Scrolla
due piante di aranci amari,
e
mentre cadono le zagare
chiude
gli occhi.
Si
sente come se fosse
in
una favola.
La
favola più dolce
che
potesse inventare.
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