lunedì 3 ottobre 2022

A FOURA di Andrea Guglielmi

Sciura de sitrun - Fior d'arancio amaro


Int’e rame de l’auriva

ciü granda,

de u sitrún ciü drüu,

u se inventa ina foura

pe u so figliö.

Tra ina magaglià

e l’autra u s’afërma in po’,  

cu’ i ögli inse chele gëve areperìe

e chele nivure

che i ven da logni.

Ti veirai che ghe a fassu,

u pensa mentra u gira

l’aiga du beà.

U secòla dui sitrui,

e mentra cara a sciura

u ciëga i ögli.

U sente cume se u fusse

int’ina foura.

A foura ciü dusse                    

che u puresse inventà.

 

 

 

Andrea Guglielmi – Dialetto di Vallebona

PREMIO ALZANI EDITORE: “Omaggio alla Natura” al XXXV Premio di Poesia dialettale intemelia “U Giacuré” con la seguente motivazione:

Versi sognanti intrecciano momenti di vita contadina di un passato non troppo lontano e si alternano a tempi di azione e di fermo: i gesti, i suoni, i profumi creano immagini delicate come fosse una favola, la più dolce che si potesse concepire. Levità e senso di luce.

 


LA FAVOLA

 

Nei rami dell’olivo

più grande

dell’arancio amaro più rigoglioso,

si inventa una favola

per suo figlio.

Tra un colpo di tridente

e l’altro

si ferma un po’,

con gli occhi su quelle

zolle raggrinzite

e quelle nuvole

che vengono da lontano.

Vedrai che ce la faccio,

pensa mentre gira

l’acqua del beodo.

Scrolla due piante di aranci amari,

e mentre cadono le zagare

chiude gli occhi.

Si sente come se fosse

in una favola.

La favola più dolce

che potesse inventare.

 

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