Pe' couse a scrivu?
Dime ciütostu pe' chi!
Pe' ina serianasca
che in tempu de gherra
a n'ha dau ina süca
e mesa sporta de patate:
pe' in campurussin, mei
parescu,
che candu u me parlava
da sua, da nostra, suventüra
u aixeva i öij lüüxi;
pe' in lisurencu
che pe' sarvà chela du paire
u l'avereva vusciüu dà a sò
vita:
pe' in biijignòlu
ch'u m’ha fau girà
i boschi de Tenarda
pe' mustrame u terme de
Ciüagnu.
Pe' u giargun de ste gente
che ancù u me ressuna,
grassiùusu e amigu,
inte ureje.
Ferdinando Bagnoli – Dialetto di Sanremo
Premio all’Autore dell’Ass. Cult. A Cria
di Vallebona al xxxv Premio di Poesia Dialettale Intemelia “U Giacuré” – Ed.
2022, con la seguente motivazione:
Il
poeta si pone il “perché” scrive, ma risponde prontamente a se stesso: “per
chi”. Elencando personaggi di diversi paesi del distretto, attribuisce ad
ognuno un ricordo ben preciso, gli risuona il parlare e le cose che gli sono
state dette, ne assapora la gradevolezza e l’amicizia, contrastando il
sentimento di solitudine che l’andare degli anni porta con sé. Una venatura di
ottimismo accompagna i versi che inducono a riflettere sul senso ed il
beneficio del pensare agli altri.
PERCHE'?
Perché scrivo?
Chiedimi piuttosto per chi!
Per una di Ceriana
che in tempo di guerra
ci ha donato una zucca
e mezza borsa di patate
per uno di Camporosso, mio
coetaneo,
che quando mi parlava
della sua, della nostra,
gioventù
aveva gli occhi che
rilucevano;
per uno di Isolabona
che per salvare quella del padre
avrebbe voluto dare la sua
vita
per uno di Buggio
che mi ha fatto girare
i boschi di Tenarda
per indicarmi il cippo di
confine di Ciüagno.
Per la favella di queste
persone
che ancor oggi mi risuona,
gradevole e amichevole,
nelle orecchie.
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