venerdì 12 settembre 2025

A FRÜTA di Roberto Rovelli

                                                            

Çereixe russe apése ae auréglie cume pendìn,      

cachi maüri e ümeri ch’i parésce tetìn.                 

Fighe seche e ninçöre abrustulìe insci’â stüa,         

fiřagni e tòpie càrreghi de rapi d’üa.                    

Perüssi cu’u furmàgiu, pe’ cuscì güstùsi,        

pèrseghi velütài, duçi e sciügùsi.                         

Castagne buglìe e, ancù ciü bone, rustìe,              

fighe scrite, pissalüte, belùrfe e mescìe.

Arburussìn, ascàixi nisciün u i cunusce ciü,            

Sciòrbe, se ti ne mangi trope i t’atapa u cü.          

Ti mangi, ti bevi e te lavi u murru cu’e pasteche,           

suséne s’i son fresche, ma brigne s’i son seche.             

I galéti sciügùsi de purtegàli e amandurìn,            

l’agru d’u limun da fa arissà u pé fin au becalìn.             

Rapi de süssacü e de néspure d’u Giapùn,             

méře de tante méne pe’ ciache ucaxùn.               

Mescemìn prufümài cu’a peröglia dourà,                 

meréli ascusi suta â föglia pe’ nu’ fasse mangià.              

Mure de ruvéu, maüràe fra e spine,                     

zìzure ch’i parésce aurive, arreperìe  e pecine.              

Chichesesece u pö catà a früta int’ê bitéghe o au mercàu,      

ma chi ghe l’à int’a campagna u l’è u ciü furtünàu! 

 

 

 

Roberto Rovelli – Dialetto di La Mortola (Ventimiglia)

II classificato al concorso “Bellissimi versi” – Ed. 2025 con la seguente motivazione:

Il primo verso si colora del rosso delle ciliege con cui ogni bambina del nostro territorio ha adornato le proprie orecchie. Poi è un crescendo di colori e di sapori: ogni frutto interpreta una situazione, accenna ad un oggetto di casa, ricorda tecniche di coltivazione, fa emergere l’esperienza unica dell’assaggiare i corbezzoli o le nespole d’inverno o le giuggiole, frutti rari e preziosi come gemme. Il nostro poeta, con leggerezza, conclude ricordandoci che siamo fortunati ad avere le nostre radici nella campagna. Pertanto la giuria ha reputato particolarmente meritevole la poesia A früta sia per il contenuto sia per il dialetto estremamente accurato e privo di forzature... 

 

 

LA FRUTTA

 

Ciliege rosse appese alle orecchie come orecchini,

cachi maturi e morbidi che sembrano mammelle.

Fichi secchi e nocciole abbrustoliti sulla stufa,

filari e pergolati carichi di grappoli d’uva.

Pere col formaggio, molto gustose,

pesche vellutate, dolci e succose.

Castagne bollite e, ancor più buone, arrostite,

fichi maturi e screpolati, piccioluti, scuri e fioroni.

Corbezzoli, quasi nessuno li conosce più,

sorbe, se ne mangi troppe ti causano stipsi.

Mangi, bevi e ti lavi il muso con le angurie,

susine se sono fresche, ma prugne se sono secche.

Gli spicchi succosi di arance e mandarini,

il succo del limone da far arricciare il pelo sino al becchino.

Grappoli di nespole d’inverno e del Giappone,

mele di tante qualità per ogni occasione.

Albicocche profumate con la buccia dorata,

fragole nascoste sotto alla foglia per non farsi mangiare.

More di rovo, maturate tra le spine,

giuggiole che sembrano olive, raggrinzite e piccole.

Chiunque può comprare la frutta nelle botteghe o al mercato,

ma chi ce l’ha nella campagna è il più fortunato!


1 commento:

  1. Bella!! Ti senti l'acquolina in bocca con tutti questi profumi, colori e sapori!!!

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