domenica 7 settembre 2025

PAROLE VECE di Giovanni Soleri

Pleiadi

 

Rébegu, targétu,                                                     

priunàiřa, cařamèla,

in bufuřùn de ventu,

e i vöřa cume föie

seche e senza sciügu,

e i cröa da l’arbuřu

sensa in lumentu,

i l’àn fenìu a sou vita.

Parole che u tenpu

u l’à condanau a morte,

ai pei de l’arbuřu

ch’u l’à partuřìe,

cume candu ven l’autünu.

Ma ele i nu pön speřà

int’ina növa prima.

 

 

 

Giovanni Soleri – Dialetto di Vallecrosia Piani

Premio “Ass. Cult. A Cria” di Vallebona al XX Concorso Letterario di Poesia Dialettale “Giannino Orengo” di Dolceacqua – Ed. 2025, con la seguente motivazione:

Poetico componimento sul tema della perdita della parlata dialettale. I termini sono pregni di significati secolari sia nell’uso orale, sia in quello fisico, intrisi di conoscenza. Come foglie secche, sono destinati a cadere ai piedi dell’uomo stesso che le ha coniate, senza speranza alcuna di germogliare ancora. Si sente il peso di una cultura persa in tutte le sue sfaccettature.

 

 

VECCHIE PAROLE

 

Erpice, chiavistello,

Pleiadi, monocolo,

un soffio di vento,

e volano come foglie

secche e senza linfa,

e cadono dall’albero

senza un lamento,

hanno terminato la loro vita.

Parole che il tempo

ha condannato a morte,

ai piedi dell’albero

che le ha generate,

come quando arriva l’autunno.

Ma loro non possono sperare

in una nuova primavera.

 

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