I figliöi de Gaza
i l’han i ögli
culurai dae bumbe.
Nu samu
che durù i l’averan
a
carant’agni,
che spine se dröverà
int’in abrassu
o int’in funerale
tranchile
d’in veciu barba
che da zuvenu u l’uspitava
e rundure suta e ascele.
Nui gardamu
i figliöi de Gaza
da türisti de l’urure
nu pensamu mai
a
cousa i saran
int’in tempo luntan
da stu chi
unde i sente l’audù
de mere brüxae
ins’i tetin dee mairi.
Tanti de sti figliöi
i l’atröveran ina strada
pe’ vìvira a vita.
i veiran ina futugrafia
con u so corpu
au centru du massacru.
I s’aviseran
di cunsegli disperai
d’in veixin:
se a cupeta a l’è vöia
pröa a beve
cu’ u cügliarin.
Franco
Arminio – trad. di Pia Viale nel dialetto di Vallebona
I BAMBINI DI GAZA
I bambini di Gaza
hanno gli occhi
colorati dalle bombe.
Non sappiamo
che dolore avranno
a quarant'anni,
che spine si apriranno
in un abbraccio
o in un funerale
tranquillo
di un vecchio zio
che da giovane ospitava
le rondini sotto le ascelle.
Noi guardiamo
i bambini di Gaza
da turisti dell'orrore.
Non pensiamo mai
a cosa saranno
in un tempo lontano
da questo
in cui sentono l'odore
di mele bruciate
sui seni delle madri.
Molti di questi bambini
troveranno una via
per viverla la vita.
Vedranno una foto
con il loro corpo
al centro del massacro.
Si ricorderanno
i consigli disperati
di un vicino:
se la tazza è vuota
prova a bere
il cucchiaino.
Grazie Pia della bella traduzione. Quello dei bambini e di tutta la popolazione di Gaza è un pensiero e un'angoscia che abbiamo tutti nel cuore.
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