mercoledì 7 aprile 2021

BIGLIAMIN di Roberto Rovelli


U Bigliamin* d’a mei zuventüra            

u nu’ l’eira cum’u l’è ancöi.                 

U nu’ gh’eira mancu ina baraca

o caséte, cume i ghe dixe avura,         

noma gussi, parài, vecie nasse            

e autri inzegni aduverài                      

dai pochi péscavui ch’i gh’eira restài.            

A ciaza a l’eira ciü cianéla

e nu’ ina sgurratèira cume avù;           

Barbantò** u nu’ l’eira méżu suteràu           

da tèrra e prie e in mà u nu’ gh’eira ancù     

chelu mö de blochi méżi afundài.         

Bigliamin u l’eira a ciaza d’i péscavui,   

cun pochi bagnanti e de ràiru in furèstu;       

in cantùn dùve purré apreixà,                     

in pàixe, a belésa d’a natüra               

e réspirà u prufümu de sařìn d’u mà            

e d’ê ré stese au sù a sciügà.                      

Cume ti me manchi Bigliamin,             

pecàu ch’u nu’ se pö scangià u destìn!  

 

 

 

Roberto Rovelli – Dialetto de La Mortola

 

 

BEGLIAMINO

 

Il Begliamino* della mia gioventù

non era come è oggi.

Non c’era nemmeno una baracca

o casette, come le chiamano ora,

soltanto gozzi, parati, vecchie nasse

e altri attrezzi da pesca adoperati

dai pochi pescatori che erano rimasti.

La spiaggia era più piana

e non uno scivolo come adesso;

Barbantò** non era mezzo sotterrato

da terra e pietre e in mare non c’era ancora

quel molo di massi mezzi sommersi.

Begliamino era la spiaggia dei pescatori,

con pochi bagnanti e di rado un forestiero;

un angolo dove poter apprezzare,

in pace, la bellezza della natura

e respirare il profumo di salsedine del mare

e delle reti stese al sole ad asciugare.

Come mi manchi Begliamino,

peccato che non si può cambiare il destino!

 

* Spiaggia di Begliamino, la piccola “spiaggia dei pescatori” a La Mortola.

** Barbantò, sperone roccioso davanti alla piccola Punta con lo stesso nome.

 

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