martedì 11 giugno 2024

FIGLIÖI D’A GHÈRRA di Roberto Rovelli



Figliöi preixunéi                         

int’in mundu de terù,                         

puirusi i se tapa e auréglie                  

e i làiri de durù.

pe’ nu’ sentì i crépi.                                                               

Figliöi strapersi                               

int’in mundu ch’u nu’ i vé                    

cun ögli inucénti                        

i ven còuse ch’i nu’ duvereva vé.         

Figliöi da pe’ eli,                        

ch’i nu’ l’an ciü nisciün au mundu,        

cu’u cö vöiu                                      

cume u prefundu d’in pussu sença fin,  

i çerca pe’ rèn                            

còsa u mundu u gh’à robàu.                

Figliöi desperài d’â fàme                     

i rasccia cu’e ùngie                            

l’avançu brüxatàu d’ina pignàta                           

pe’ càiche brügàglia de mangià.          

Figliöi insanghenài                             

dae ferie d’ina ghèrra ch’i nu’ capisce,  

arevérsi cume bügate de péssa strupelàe,    

i cria turtürài dau durù               

int’in ciantu ch’u nu’ l’à ciü làgrime.              

 

Me fa mà u cö a duveřu dì,         

ma forsci amu persu pe’ dabon a cusciénsa

se, numìa de prutege aumancu i figliöi  

dai azàrdi de ‘stu mundu che amu creàu,    

semu propiu nui a raixùn d’i sou patiménti...     

 

Ecu l’andàma de tüti ‘sti mil’àni d’Ümanità!

 

 

 

Roberto Rovelli – Dialetto de La Mortola

Poesia che ha partecipato a U Giacuré 2024

 

 

BAMBINI DELLA GUERRA

 

Bambini prigionieri in un mondo di terrore,

spaventati si tappano le orecchie

per non sentire le esplosioni

 e i lamenti di dolore.

Bambini sperduti

in un mondo che non li vede

con occhi innocenti

vedono cose che non dovrebbero vedere.

Bambini soli,

che non hanno più nessuno al mondo,

col cuore vuoto

come l’abisso di un pozzo senza fine,

cercano invano

cosa il mondo gli ha rubato.

Bambini disperati dalla fame

raschiano con le unghie

il residuo bruciacchiato di una pentola

qualche briciola di cibo.

Bambini insanguinati

dalle ferite di una guerra che non comprendono,

riversati come bambole di pezza lacere,

gridano martoriati dal dolore

in un pianto che non ha più lacrime.

 

Mi duole il cuore a doverlo dire,

ma forse abbiamo perso davvero la coscienza

se, invece di proteggere almeno i bambini

agli azzardi di questo mondo che abbiamo

siamo proprio noi la causa delle loro sofferenze...

 

Ecco l’evoluzione di tutti questi millenni d’Umanità!


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