mercoledì 4 settembre 2024

E PÖI... CIÜ RÈN... di Roberto Rovelli



                      

Légie tache de lüxe i tremöra                     

int’u silençiu d’a memoria                   

dùve regòrdi scurdài                          

i fan da curnixe                         

au vöiu desgravàu                             

da l’infinìu d’in prefundu.                    

Int’in sutürnu barlüme,                       

marchi scciairì                                  

d’in spàiru passàu,                             

i se cunfunde int’a négia                     

ch’a l’imbrüca cum’ina teragnà            

l’ürtimu sensu de cugniçiùn.                

Pe’ in mumentu                         

a grimàsa d’in faturisu                

a stòrçe i lèrfi sechi e arsagliài            

e in veřu stèrburu                             

u se desténde insc’î ögli fissài                      

int’ina vixùn ch’a nu’ l’existe ciü.          

Ina làgrima scurdà                            

d’â cusciénsa urmai perdüa,        

cianìn a riga a masca scirà                

stissandu int’u cübàn                          

d’in laberintu sença fin.                      

A cugniçiùn de tüta ina vita                 

sparìa cume arena fra i dì...                

e pöi... ciü rèn...                       

 

 

 

Roberto Rovelli – Dialetto de La Mortola

I Classificata al XIX Concorso Letterario di Poesia Dialettale “Giannino Orengo” – Ed. 2024 – Dolceacqua con la seguente motivazione:

La densità dei versi richiama l’attenzione a ciò che attraversa l’anima del poeta. Il viaggio a ritroso nella sua esistenza balugina tra gocce di luce nel silenzio della memoria, laddove non è facile ripescare ricordi inabissati. Con fatica, come attraversando una nebbia, cerca un’ultima possibilità di consapevolezza. Solo per un attimo le labbra si storcono in una smorfia di sorriso, ma la visione viene subito ricoperta da un velo opaco e non esiste più.

La coscienza è perduta, una lacrima riga il volto scarno e gocciola nell’oscurità. Svanisce la consapevolezza di una vita. E poi, più niente. Un viaggio intenso e sofferto dentro se stesso, volendo e non volendo ricordare, consapevole dell’illusorietà della vita. Efficace, profonda, coinvolgente.


 cultura dolceacqua

 

E POI... PIÙ NULLA...

 

Fioche gocce di luce vibrano

nel silenzio della memoria

dove ricordi dimenticati

fanno da cornice

al vuoto partorito

dall’infinità di un abisso.

In un malinconico barlume,

vestigia sbiadite

d’un pallido passato,

si confondono nella nebbia

che avvolge come una ragnatela

l’ultima impressione di consapevolezza.

Per un istante

la smorfia di un sorriso

storce le labbra asciutte e screpolate

e un velo opaco

si distende sugli occhi fissati

in una visione che non esiste più.

Una lacrima dimenticata

dalla coscienza ormai perduta,                    

lentamente riga la guancia scarna

gocciolando nell’oscurità

di un labirinto senza fine.

La consapevolezza di tutta una vita

svanita come sabbia tra le dita...

e poi... più nulla...

 

Nessun commento:

Posta un commento