Me godu l’arena c'a brüxia
de su,
l'audù de sarin,
l'aiga incuronà de fi
d'ouru
ch'i dandana au pasu longu re
unde.
Ma se ciügu i ögli
a cercà in poucu de paixe,
vegu arburi grandi,
autuni rusci de rügine,
colete giale de
venchi sciurì.
Sentu cantà in ti bausi
a mia rüvaira
c'a veste de sutire
taragnae d’aiga
custeti de felügura.
Vegu a prima ch’a l'ince i
ögli e u cö
d'in verdu növu.
Sentu u fringhé in te föglie
ra cereixa,
in tu nasu u fen segau,
u stecadò, a verbena
e, in sce l'erba, l'aiga
fina.
Na, nu sun dabon üna de
marina.
Alina
Gastaudo – Dialetto di Rocchetta Nervina
II classificato al Concorso Letterario
di Poesia Dialettale “Giannino Orengo” di Dolceacqua – Ed. 2025, con la
seguente motivazione:
Nel
contesto di un territorio variegato come quello ligure, l’autrice assapora la
bellezza del mare, con i suoi odori salmastri e il rumore delle onde. Quando,
però, chiude gli occhi, le sovvengono altre e numerose poetiche immagini
tipiche della campagna, dove è nata e vive. Si culla nel paesaggio montano,
ricco di profumi, suoni e dettagli visivi, che mutano ad ogni cambio di
stagione, constatando di non essere “una di mare”. Poesia riflessiva, lucida,
di sentimento.
NON SONO UNA DONNA DI MARE
Mi godo la sabbia che brucia
di sole
l’odore di salino,
l’acqua incoronata di fili
d’oro
che dondolano al passo lungo
delle onde.
Ma se chiudo gli occhi
a cercare un po’ di pace,
vedo alberi alti
autunni rossi ruggine,
colline gialle di ginestre
fiorite.
Sento cantare tra i sassi
il mio torrente
che riveste di sottili
ragnatele d’acqua
piccoli cespi di felci.
Vedo la primavera che
riempie occhi e cuore
di un verde nuovo.
Sento il fringuello tra le
foglie del ciliegio,
nel naso il profumo del
fieno falciato,
della lavanda e della verbena
e, sull’erba, della pioggia
fine.
No, davvero non sono una
donna di mare.
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