lunedì 23 agosto 2021

REGORDI DESGUMBUIRAI di Raffaella Martini


Ti i atrövi dapertϋtu,

sceveri, sgapì, acamurai,

encancarì, acabanì, atöscegai,

asperi, sgregliùi, areperì,

atuvai, agiacurì, arezegai,

aluvai, arestagnai, ababurai.

S’aciatan suta i ruveai,

en te àvare ch’ouduran de stocadò è d’agni pasai,

ent’ina màcia de tucu sciu’n foudà

sciu u bordu d’ina veglia cupeta sbercà,

d’ina pignata de tera cena de Paternostri e de sà

benedia da tϋta l’aria che l’à duvüu levà.

Ascì se ti nu i serchi

te muntan a a gura, t’astregnen u cò

te fan ciuà i ögli che lupegan zà in po’.

En t’in pì, come in rebàrcaru dopu in tempurà

pà d’esse turna là,

in sente chel’oudù, ina parola, in burdelu

ascì se de tempu n’è pasau du belu

e in aresta come ennaniai

a sercà de mete enseme

tüti si regordi

desgumbuirai.

 

 

 

Raffaella Martini - Dialetto di Ceriana

III Classificata al XXXIV Premio di Poesia Dialettale Intemelio “U Giacuré” – ed. 2021 con la seguente motivazione:

Fedele ad un ritmo incalzante, avido di esprimere tante cose, l’autrice srotola una serie di aggettivi ricercati, specifici e bisognosi di tutela linguistica per descrivere i ricordi. Qualsiasi gesto, oggetto o accadimento solleva alla memoria un odore, una parola, un rumore mai più dimenticati, ma rimasti lì e pronti a riemergere, seppur disordinatamente, in qualsiasi momento. Sono, a suo dire, sgangherati: è la mente umana che funziona così, che vuole comunicarci sempre qualcosa, con messaggi più veloci del tempo e in ordine sparso. La bravura sta nel saperlo rendere in poesia.

 


RICORDI SGANGHERATI

 

Li trovi dappertutto

emaciati, sgapiti*, tarlati,

incancreniti, uggiosi, avvelenati,

ruvidi, sgretolati, rinsecchiti,

compatti, induriti, azzardati,

affamati, raffazzonati, ingannati.

Si nascondono sotto i rovi,

nelle ante che profumano di lavanda e di anni passati,

dentro una macchia di sugo su un grembiule

sul bordo di una vecchia tazza sbeccata,

di una pentola di terracotta piena di Padre Nostri e di sale

benedetta per tutta l’aria che ha dovuto levare.

Anche se non li cerchi,

ti salgono alla gola, ti stringono il cuore

ti fanno chiudere gli occhi che piangono già un po’.

In un attimo, come un arcobaleno dopo un temporale,

sembra di essere di nuovo lì,

si sente quell’odore, una parola, un rumore

anche se di tempo ne è passato tanto

e si resta intontiti

nel cercare di mettere insieme

tutti questi ricordi

sgangherati.

 

 

*anche “evaporati”

 

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