giovedì 19 agosto 2021

I ÖGLI IN PÀIXE di Andrea Guglielmi


Ögli asbigli

nëgri cume u carbun

che i s'adescia

ascàixi de prima.  

Ögli mezi sbuí  

che i garda   

d’aciatun

l’àiga da sigögna.

Ögli céi de lüxe,

cun ina lüsséta,

tantu pe nu scurdá

a pàixe persa.

Ögli

cume ina ciairú d'àiga

versu marina.

Ögli int'i ögli

che i l’aspéita

a pàixe de l’àrima.

O forsi

sulu i l’aspéita

a pàixe di ögli.                                                      

 

 

 

Andrea Guglielmi – Dialetto di Vallebona

Premio Marisa Amalberti al XXXIV “U Giacuré” – Ed. 2021 con la seguente motivazione: 

Per definizione generale, la poesia è visionaria. L’autore rimanda puntualmente descrizioni che oscillano tra la concretezza e l’astrazione, in una sequenza ritmata in cui i protagonisti sono “gli occhi”: scuri, spaventati, luminosi, chiari, oppure specchio dell’anima che cerca pace. A conclusione, individua la pace degli occhi stessi, supportata dal dubbio che sia la morte ciò che essi aspettano. Immagini, elementi del territorio, ricordi e pathos.

 


GLI OCCHI IN PACE

 

Occhi svegli

neri come il carbone

che si svegliano

quasi di primavera.

Occhi un po’ spaventati

che guardano

di nascosto

l’acqua del pozzo artesiano.

Occhi pieni di luce ,

con una lacrima,

tanto per non dimenticare

la pace perduta.

Occhi

come un chiarore di pioggia

verso il mare.

Occhi negli occhi

che aspettano

la pace dell’anima.

O forse

solo aspettano

la pace degli occhi.

 

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