Ögli asbigli
nëgri cume u carbun
che i s'adescia
ascàixi de prima.
Ögli mezi sbuí
che i garda
d’aciatun
l’àiga da sigögna.
Ögli céi de lüxe,
cun ina lüsséta,
tantu pe nu scurdá
a pàixe persa.
Ögli
cume ina ciairú d'àiga
versu marina.
Ögli int'i ögli
che i l’aspéita
a pàixe de l’àrima.
O forsi
sulu i l’aspéita
a pàixe di ögli.
Andrea Guglielmi – Dialetto di Vallebona
Premio Marisa Amalberti al XXXIV “U Giacuré” – Ed. 2021 con la seguente motivazione:
Per definizione generale, la poesia è
visionaria. L’autore rimanda puntualmente descrizioni che oscillano tra la
concretezza e l’astrazione, in una sequenza ritmata in cui i protagonisti sono
“gli occhi”: scuri, spaventati, luminosi, chiari, oppure specchio dell’anima
che cerca pace. A conclusione, individua la pace degli occhi stessi, supportata
dal dubbio che sia la morte ciò che essi aspettano. Immagini, elementi del
territorio, ricordi e pathos.
GLI OCCHI IN PACE
Occhi svegli
neri come il carbone
che si svegliano
quasi di primavera.
Occhi un po’ spaventati
che guardano
di nascosto
l’acqua del pozzo artesiano.
Occhi pieni di luce ,
con una lacrima,
tanto per non dimenticare
la pace perduta.
Occhi
come un chiarore di pioggia
verso il mare.
Occhi negli occhi
che aspettano
la pace dell’anima.
O forse
solo aspettano
la pace degli occhi.
Intensa e chiara
RispondiEliminaOcchi specchio dell'anima.