lunedì 26 luglio 2021

 PINÉA di Roberto Rovelli

                                         La Pineta di La Mortola
 

‘Sti àni, d’estae â dumenega               

u se custümava d’andà â Pinéa.*         

Famìglie intréghe i s’arrécampava,               

fin d’â matìn de bunura,                     

cun sporte e cavagni, fiàschi e butéglie.

Pe’ arivàghe a l’eira ina bèla gambà,            

carandu da A Murtuřa,                       

giü pe’ a Carà d’u Marinà.                   

E dòne i çercava de carmà                 

i figliöi, burdelùsi e asciarmài,             

ch’i nu’ se rumpesse l’ossu d’u còlu.             

I omi pe’ contra, càrreghi e süài,         

i pensava che au réturnu a l’eira muntà.       

Ma aumancu, ina vòuta arivài,

sciü tuvaglie, téře inçéiràe o lénsürui,   

gh’eira féte de pisciadela e turtelu       

e inscì pan bagnàu, pasteche e fresciöi,        

pe’ nu’ parlà d’àiga frésca e bon vin             

da savulàsse int’a sciumbria d’i pin.              

I figliöi i se scurratava sghigendu         

e sgassandu cuntènti fra e unde          

suta ai ögli aténti d’ê màire                 

e chi s’eira portàu a cana                   

u se résciourava pescandu dai scögli.   

Chi l’ava aissàu in po’ tròpu u gùmeu    

u runfava tranchile int’a sciumbria,              

e e cubiéte, sença dà tantu inte l’ögliu ,

i çercava d’atruvà in po’ d’intimità        

int’i canéi d’a riàna d’a Sciorba.**        

E â séira tüti a cà â fin d’ina bèla giurnà.      

 

 

 

Roberto Rovelli - Dialetto di La Mortola

Poesia che ha partecipato al XXXIV Premio di Poesia Dialettale Intemelia "U Giacuré" - Edizione 2021 

 

ALLA PINETA

 

Una volta, d’estate alla domenica

si aveva l’usanza d’andare alla Pineta.*

Famiglie intere si radunavano,

sin dal mattino di buon’ora,

con borse e canestri, fiaschi e bottiglie.

Per  arrivarci era una bella camminata,

scendendo da La Mortola,

giù per la Discesa del Marinaio.

Le donne cercavano di calmare

i ragazzini, chiassosi ed eccitati,

affinché non si rompessero l’osso del collo.

Gli uomini invece, carichi e sudati,

pensavano che al ritorno era salita.

Ma almeno, una volta arrivati,

su tovaglie, tele incerate o teli agricoli,

c’erano fette di pisciadela e torta di verdure

nonché pane e pomodoro, angurie e frittelle,

per non parlare d’acqua fresca e buon vino

da satollarsi all’ombra dei pini.

I ragazzini si rincorrevano strillando

e sguazzando contenti fra le onde

sotto gli occhi attenti delle madri

e chi si era portato la canna da pesca

si rilassava pescando dagli scogli.

Chi aveva alzato un po’ troppo il gomito

russava tranquillo all’ombra,

e le coppiette, senza dar tanto nell’occhio,

cercavano di trovare un po’ d’intimità

nei canneti del ruscello della Sorba.**

E alla sera tutti a casa alla fine d’una bella giornata.

 

* La Pineta di Capo Mortola.

** Ruscello che scorre tra la Pineta e i Giardini Hanbury.


Nessun commento:

Posta un commento