Noi, chi semper navegemo
e ’n gram perigor semo
en questo perigoloso mar,
ni mai possamo repossar,
no devemo uncha cesar
lo pietoso De' pregar
che ne scampe, con soi santi,
de perigoli, chi son tanti,
de li gran conmovimenti
de fortuna e de gram venti,
bachaneixi e unde brave
chi conturban nostre nave.
Penser à inter tante onde
che la nave no prefonde.
L’aer par tuto ofoscao,
e lo mar astorbeao;
no par stella, ni sol, ni luna:
tento è lo cel d’esta fortuna;
ni se trovemo conforto
de poer venir a porto;
ni osemo strenzer li ogi,
tanto è pin lo mar de scogi...
Anonimo Genovese (sec. XIII) – Lingua genovese
Dalla pagina Facebook di Fiorenzo Toso
NOI, CHE CONTINUAMENTE NAVIGHIAMO
Noi, che continuamente navighiamo
e viviamo in grande pericolo
in questo mare pieno di insidie
senza mai poter riposare,
non dobbiamo cessare
di invocare Iddio pietoso
che ci salvi, con i suoi santi,
dalle tante difficoltà,
dai grandi sommovimenti
di tempesta e grandi venti,
marosi e cavalloni violenti
che sconvolgono la nostra imbarcazione.
Si ha il timore, fra tante onde,
che la nave possa affondare,
L'atmosfera è offuscata,
e il mare è torbido;
non appaiono stelle o luna,
il cielo è del colore della burrasca,
e non abbiamo la speranza
di raggiungere un porto.
E non osiamo chiudere gli occhi
tanto il mare è pieno di scogli...
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