giovedì 22 dicembre 2022

L’ASE E U BÖ di Roberto Rovelli


              I. Soulary. (*)

 

Candu Gesü u l’eira vegnüu au mundu

dau ricu sen d’a giferàna vèrgine, a roba de marrìa façùn          

l’invernu u l’ava secrulà  e alégru u stava vèrdesandu    

e Betleme a l’ava aduràu d’u Scignù l’açiùn.  

 

U l’eira cařàu in cantu d’amù dau celu fundu,

u Scignù e i omi i fava fèsta cun afeçiùn;

Usana, tüti i ragliava, sarvàu u l’è u mundu,

ma l’ase e u bö i secrulava a tésta sença cunvinçiùn.

 

L’ase u dieva: o spale mei, vui saveré

a son de gische se sarvàe vui sé

candu a Gerüsaleme i u purteré!

 

E u bö: e mei coste i saveran

in giurnu a Cana se sarvàe i l’an

candu in bistéche i me e mangeran!

 

 

 

Roberto Rovelli – Dialetto di La Mortola

 

 

L’ASINO ED IL BUE                              

 

               I. Soulary. (*)       

                                    

Quando nacque Gesù

dal sen fecondo della Vergine ebrea, l’orrida vesta               

scosse l’inverno e rinverdì giocondo              

e Betlemme adorò di Dio la gesta.                

 

Scese un inno d’amor dal ciel profondo,

Iddio s’unì degli uomini alla festa;

Osanna, ognun gridò, redento è il mondo,

ma l’asino ed il bue scosser la testa.                         

 

L’asino disse: o spalle mie, saprete             

a suon di verghe se redente siete                

quando a Gerusalemme il condurrete!        

 

Ed il bue: le mie costole sapranno              

un giorno a Cana se redente l’hanno          

quando in bistecche me le mangeranno! 

 

(*) Joséphin Soulary, poeta francese di famiglia di origine genovese (Solari) le cui opere, inclusi i “Sonnets humoristiques” (1862) e “Les Rimes ironiques” (1877), probabilmente avevano ispirato Olindo Guerrini.

Libera traduzione in dialetto di La Mortola del canto XIII. da “Postuma: Canzoniere” di Olindo Guerrini (alias Lorenzo Stecchetti).

 

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